La Stanza di Eleonora Duse è uno spazio permanentemente dedicato alla memoria della grande attrice italiana di cui l’Istituto per il Teatro e il Melodramma della Fondazione Giorgio Cini conserva l’archivio documentale.
Ispirata al modello delle case museo, la Stanza nasce nel 2011 con l’intento di far conoscere la straordinaria storia di Eleonora Duse e del suo teatro. Stanza della conservazione che diventa luogo vivo e visitabile, all’interno del quale, secondo un’idea di “archivio aperto”, promuovere esposizioni tematiche e iniziative culturali sempre nuove e diverse.
Oggi, a dieci anni di distanza, l’Istituto vuole festeggiare la storia di questo luogo promuovendo una temporanea sul rapporto tra Eleonora Duse e la città di Venezia e ricordando le attività che nel tempo sono state promosse nel contesto di questa Stanza.
IL TRAGICO QUOTIDIANO
Jean Anouilh, mito e teatro a Parigi fra le due guerre
Eva Marinai
con un contributo di Carlo Titomanlio
Il volume si sviluppa lungo due direzioni che si intersecano. Da un lato le trasformazioni del tragico nell’età contemporanea, e in particolare nella Parigi del primo Novecento, in cui il mito greco rivive nelle forme di una nuova scrittura drammaturgica (stagione aperta e chiusa dal debutto in teatro di due riscritture di Antigone: di Jean Cocteau nel 1922 e di Jean Anouilh nel 1944); dall’altro le pièces noires composte da Anouilh nell’entre-deux-guerres e negli anni dell’occupazione tedesca, in cui gli archetipi sono calati nella realtà quotidiana, tra mediocrità, vizi e corruzione morale.
L’opera di Anouilh è qui indagata non solo sul piano drammaturgico e filologico, ma in relazione al contesto francese dell’epoca, al suo pubblico, ai suoi luoghi per lo spettacolo (cui è dedicato il capitolo firmato da Carlo Titomanlio). L’attenzione è rivolta soprattutto alla dimensione scenica e attoriale, raccontando i drammi anche attraverso le intuizioni che provengono da uomini e donne di ...
TEATRO LA FENICE
Esperienze di governance
Giorgio Brunetti
prefazione di Cristiano Chiarot
Da veneziano, amante della sua città e del teatro lirico, ho avuto il previlegio di svolgere un’attività di servizio per il Teatro La Fenice. Sono entrato in Consiglio di Amministrazione della fondazione in due periodi non consecutivi. Il primo, alla fine degli anni Novanta, quando avvenne la trasformazione degli enti lirici in fondazioni e, l’altro, dieci anni dopo, negli anni Duemila, dal dieci al quindici, quando si trattava di rilanciare il “teatro con i conti in ordine”.
Queste esperienze, che mi hanno coinvolto per tanto tempo, ho pensato che fosse utile raccoglierle in uno scritto per far conoscere il “processo gestionale” che sta a fondamento di un teatro lirico. Una realtà organizzativa complessa, dove il lavoro è predominante e riguarda varie categorie professionali: dagli orchestrali ai coristi e ai cantanti per non parlare dei tecnici.
I libro si articola in tre parti che nei titoli richiamano una pièce teatrale. ...
POESIE DI FACILI COSTUMI
(vent’anni dopo)
Pilade Cantini, Giacomo Caramelli
Con una non-introduzione di Fulvio Abbate
fotografie di Veronica Bagni
Tutto è bene quel che finisce
Tre capitoli per una buona morte
Roberto Scappin, Paola Vannoni
a cura di Graziano Graziani
con i contributi di Laura Gemini, Graziano Graziani e Andrea Porcheddu
Esiste una buona morte? Per poter esistere dovrebbe, innanzitutto, essere pronunciabile. E invece non c’è tabù più grande per un paese come l’Italia, che forse sta vivendo una crisi delle sue radici cattoliche ma non ha ancora messo in crisi il vocabolario che appartiene a quelle radici. Così, in una cultura secolarizzata ma che continua a usare vecchie parole, la morte è un tabù. Un rimosso. Con questi “tre capitoli per una buona morte”, la compagnia Quotidianacom dà vita a una drammaturgia che cerca di fare i conti con questa rimozione, allestendo un teatro comico e tragico allo stesso tempo, che indaga sul rimosso attraverso la crepa di senso che si apre tra le parole. E questo già a partire dal titolo dal sapore shakespeariano che designa la trilogia: Tutto è bene quel che finisce. Mancherebbe un avverbio per chiudere la commedia – “Tutto è bene quel che finisce ...
Incontri di teatro in tempo di Covid
Le interviste di utopia
Marco Renzi, Maurizio Stammati
con la collaborazione di Mario Fracassi, Eugenio Incarnati e Roberto Sala
Dal mese di ottobre 2020 a quello di maggio 2021, il teatro italiano ha conosciuto uno dei momenti più neri della sua storia, con il blocco totale di qualsiasi attività. Centinaia di imprese, piccole e grandi, hanno dovuto fronteggiare un nemico di cui non avevano neppure ipotizzato l’esistenza. Migliaia di lavoratori dello spettacolo si sono trovati senza lavoro e questo non ha determinato solo una difficoltà di ordine economico, ma anche di tipo psicologico. In questo tempo anomalo e sospeso, UTOPIA, Associazione Italiana Teatro per Ragazzi, ha lanciato un suo giornale online attraverso il sito www.utopiateatroragazzi.it. Attraverso questo spazio sono state pubblicate una serie di interviste che hanno coinvolto persone provenienti da ambiti anche molto diversi tra loro: teatro ragazzi, comico, contemporaneo, danza, circuiti, musica ecc.
A distanza di tempo questi contributi ci restituiscono una fotografia di quel momento davvero impressionante. Quello che ne viene fuori è un ...