Tutto è bene quel che finisce

Tre capitoli per una buona morte

Roberto Scappin, Paola Vannoni

 

maggio 2022

a cura di Graziano Graziani

con i contributi di Laura Gemini, Graziano Graziani e Andrea Porcheddu

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L X H: 13,5 x 20,5; CONFEZIONE rilegato in brossura, cucitura filo refe; COPERTINA carta patinata plastificata opaca, CMYK; INTERNO carta usomano avorio, ill. CMYK;  2022, pp. 168, € 15,00

ISBN: 978-88-7218-466-0

Esiste una buona morte? Per poter esistere dovrebbe, innanzitutto, essere pronunciabile. E invece non c’è tabù più grande per un paese come l’Italia, che forse sta vivendo una crisi delle sue radici cattoliche ma non ha ancora messo in crisi il vocabolario che appartiene a quelle radici. Così, in una cultura secolarizzata ma che continua a usare vecchie parole, la morte è un tabù. Un rimosso. Con questi “tre capitoli per una buona morte”, la compagnia Quotidianacom dà vita a una drammaturgia che cerca di fare i conti con questa rimozione, allestendo un teatro comico e tragico allo stesso tempo, che indaga sul rimosso attraverso la crepa di senso che si apre tra le parole. E questo già a partire dal titolo dal sapore shakespeariano che designa la trilogia: Tutto è bene quel che finisce. Mancherebbe un avverbio per chiudere la commedia – “Tutto è bene quel che finisce bene” – ma, a quanto ci lascia intravedere il teatro della compagnia riminese, quell’avverbio è proprio la parola che ci manca.

Questo volume raccoglie i tre testi della trilogia – L’anarchico non è fotogenico, Io muoio e tu mangi, Lei è Gesù – accompagnati dalle riflessioni di esperti del teatro come Laura Gemini, Graziano Graziani, Andrea Porcheddu.

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