Scopri te stesso

Un giovane albanese, attore in “Terra di mezzo” e “Ospiti” di Matteo Garrone, si difende e ci difende, da un mondo che ci offende.

Gertjan Durmishi

aprile 2008

Storia di Gertie di Matteo Garrone
e una nota di Anna Di Maggio

29

L X H: 13,5 x 20,5; CONFEZIONE rilegato in brossura; COPERTINA patinata opaca, quadricromia; INTERNO b/n; 2008, pp. 48
Euro 10.00

ISBN: 978-88-7218-213-0

Scrive Matteo Garrone: «Come si vede in “Ospiti”, Gertie ha un carattere molto diverso da Ginni, è più svagato, sognatore, fatalista, sempre perso in un suo Altrove. Nella vita e nei miei film Gertie non parla molto, mi ricorda il protagonista di un racconto di Melville che ho amato moltissimo, lo scrivano Bartleby, che ad ogni domanda risponde laconicamente “preferisco di no”, “preferisco non rispondere”. Ma il silenzio di Bartleby come quello di Gertie è eloquente, molto più delle parole. In uno dei tre episodi di “Terra di Mezzo”, dove racconto le varie peripezie di un gruppo di extracomunitari ingaggiati per lavorare a giornata lungo la strada, dagli automobilisti di passaggio, a Gertie capitava un “giornalista”, su una decappottabile, interpretato dal poeta Gino Scartaghiande che, con il pretesto di andare a vedere una chiesa, lo portava verso l’estrema periferia, ai confini pasoliniani tra città e campagna. Lui parlava, parlava senza dire nulla del lavoro da fare, e Gertie non chiedeva nulla, lo lasciava parlare come se non avesse capito le sue vere intenzioni. Ma ecco che, quando la macchina si ferma davanti alla chiesa, vediamo in campo lungo il “giornalista” puntare verso il sagrato, Gertie apre il suo sportello e va dalla parte opposta, si allontana perdendosi nei campi, quasi felice di non dover lavorare, di quella vacanza giustificata».

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