4. Trame agli angoli della storia

Il sole dorme, Il contagio, L’astratto principio della speranza, Buio

Sonia Antinori

marzo 2012

scritti di Renato Palazzi e Cristina Valenti

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L X H: 13,5 x 20,5; CONFEZIONE rilegato in brossura; COPERTINA patinata opaca, quadricromia; INTERNO b/n; 2012, pp. 264
Euro 15.00

ISBN: 978-88-7218-332-8

Quattro testi teatrali sul rapporto tra Individuo e Storia. Quattro trame che con avvolgenti dialoghi densi di immagini, raccontano un senso di sradicamento che va al di là degli imprevedibili personaggi, scolpiti nella pietra con una lineare e personalissima capacità di sintesi.
“Il sole dorme” ritrae una livida Germania, crocicchio dei problemi d’identità della seconda metà del Novecento, in cui un quartetto famigliare di profughi tedeschi di ritorno dalla Lituania e la vedova di un defunto ufficiale nazista sono gli eredi delle contraddizioni dei differenti regimi repressivi da cui sono usciti. Accanto all’odio che unisce queste povere esistenze, germina tra gli oppressi una tenerezza pietosa che conduce alla complicità e al delitto.
Ne “Il contagio” una banda di adolescenti trova rifugio in un teatro abbandonato. L’episodio di cronaca, la cui azione è condotta da un misterioso e ambiguo officiante, si trasforma poco a poco in un gioco metafisico, in cui resta oscura l’attribuzione dei ruoli tra vittime e carnefici.
“L’astratto principio della speranza” è la ricostruzione della parabola esistenziale di una delle icone del Sessantotto europeo, il tedesco Rudi Dutschke, la cui vita, costellata di mitiche coincidenze e intessuta di episodi emblematici per la storia della rivoluzione mancata, si dipana dalla fine della II Guerra Mondiale fino al nostro passato più recente.
“Buio” offre uno spaccato dell’Italia all’esordio del primo governo Berlusconi, in cui tra sincronicità e occasioni perdute, si intrecciano tre storie di quotidiana autodistruzione, nella prospettiva di un riscatto possibile forse solo a patto di recuperare funzioni umane atrofizzate: la capacità di guardare, ascoltare, condividere, ma soprattutto la coscienza dei propri sentimenti.

L'AUTORE