Il teatro inopportuno di Copi

Stefano Casi

marzo 2008

Prefazione di Enzo Moscato
Scritti di Sandro Avanzo, Isabelle Barbéris, Paola Bristot, René de Ceccatty, Daniel Link, Ilse Logie, Massimo Marino, Cinzia Maroni, Enzo Moscato, Marco Pustianaz, Franco Quadri, Marcos Rosenzvaig, Luca Scarlini, Cristina Valenti

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L X H: 14,5 x 20,5; CONFEZIONE rilegato in brossura; COPERTINA carta patinata plastificata con risvolti, colori; INTERNO illustrato, colori; 2008, pp. 256

Euro 18.00

ISBN: 978-88-7218-211-6

Copi, ovvero Raúl Damonte Botana (1939-1987), un artista oltre i confini. Confini geografici, attraversati per fuggire in Francia dall’Argentina peronista; di lingua, fra spagnolo e francese; di genere, fra teatro, narrativa e fumetto (è sua la famosa Donna seduta). Oltre i sessi e le identità, in un universo permanentemente transgender e folle: topi che parlano, transessuali che partoriscono, astronaute che esplodono, morti che si rialzano… Questo libro raccoglie articoli e saggi di studiosi e critici di vari paesi (Sandro Avanzo, Isabelle Barbéris, Paola Bristot, René de Ceccatty, Daniel Link, Ilse Logie, Massimo Marino, Cinzia Maroni, Enzo Moscato, Marco Pustianaz, Franco Quadri, Marcos Rosenzvaig, Luca Scarlini, Cristina Valenti), che affrontano i molti aspetti dell’opera di Copi secondo diverse metodologie. Ne emerge il ritratto di un autore di imponente levatura, dall’originale linguaggio in equilibrio tra rigore drammaturgico e invenzione anarchica, tra lucidità concettuale e delirio comico. Copi, di cui vengono riproposte anche due interviste ‘perdute’, spezza le regole, creando altri mondi per descrivere il nostro con strampalata amarezza. Un teatro genialmente inopportuno, che spiazza e seduce parlando di sesso e morte, potere e violenza, identità e storia, dal caustico Eva Perón al lisergico Loretta Strong, dalla psicoanalisi surreale del Frigo al metateatro grottesco della Notte di madame Lucienne, dall’apocalisse moderna della Torre della Défense al cannibalismo sottoproletario di Cachafaz. Fino a Una visita inopportuna, in cui Copi, pochi giorni prima di morire, ride di se stesso malato di Aids, in un’ultima sfida al teatro e alla vita.

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