Aere perso

poesie

Valerio Vallini

agosto 2004

Illustrazioni di Dilvo Lotti

17

L X H: 13,5 x 20,5; CONFEZIONE rilegato in brossura; COPERTINA cartoncino con risvolti, bicromia; INTERNO bianco e nero; 2004, pp. 80

Euro 8.00

ISBN: 88-7218-110-0

Un pomeriggio a Empoli, a una mostra dell’amico Luca Macchi, nel gennaio di questo 2004, incontrai Dilvo Lotti. Gli avevo confidato, qualche tempo prima, che stavo scrivendo versi di un dominante rosso-bruno, un “aere perso” purgatoriale. Non sapevo neppure se le potevo chiamare poesie o piuttosto frammenti di prose morsicate, sparse, appunti venate di rime interne, spezzature, secondo il ritmo del respiro. “Fammeli leggere! – esclamò Dilvo sorridendo e strizzando un occhio alla Geppina – ti ci faccio qualche disegno, poi tu sceglierai quello che ti piace.” I disegni, ispirati alle mie poesie, divennero una ventina, tutti per me molto belli, ma soprattutto mi gratificò il fatto che quelle poesie avessero suscitato delle emozioni a un pittore come Dilvo, sempre aperto alla speranza e alla vita, innamorato della bellezza alla soglia dei suoi novant’anni. Dunque non mi restò che continuare a lavorarci sopra. E lavorandoci e nel frattempo scrivendo altre cose, tutto mi si articolò come una testimonianza di una stagione, di uno stato d’animo, di un vissuto, che non dovevo e non potevo lasciare nel cassetto…

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