Ritratti
Castiglioncello e dintorni 1935-2019
a cura di Francesco Niccolini
Marina Sirka Mosul
Scritti di Matteo Baggiani, Andrea Chesi, Valentina D’Amico, Francesca Ferrari, Francesco Freddi, Roberta Giaconi, Klaus Lucas, Ernesto Macchioni, Marco Menini, Francesco Niccolini
L X H: 13,5 x 20,5; CONFEZIONE rilegato in brossura; COPERTINA cartoncino con risvolti, quadricromia; INTERNO bianco e nero; 2006, pp. 80, E 10,00
ISBN: 88-7218-149-6“…quattro anni fa nacque l’idea di una ‘non scuola’ (per usare il termine coniato a Ravenna da Marco Martinelli) di scrittura: troppo imbrazzante pensare di insegnare a qualcuno come si scrive. Ma proprio perché non scuola e perché io credo che a scrivere non si insegna, ma imparare si può, pensammo un cantiere aperto per imparare a leggere e ad ascoltare, muovendo passione e desiderio, necessità. Non esercizio. Per questo chiamammo quel progetto “Dire fare baciare lettera testamento”: un gioco per bambini, non un fabbrica della scrittura creativa, ma come i giochi dei bambini grande momento di sogno e scoperta.
Quattro anni dopo, siamo qui a raccogliere i primi scritti: racconti, ritratti, memorie, diari di storie e persone a questo territorio legate, da Pirandello al buon Beppone mangiamerendine, dalla grande fabbrica a Giorgio Caproni. Una geografia, come sempre: immaginaria o sentimentale, reale o fotografica, poco importa”.
GLI AUTORI
Francesco Niccolini
Francesco Niccolini è nato ad Arezzo nel 1965. È laureato in Storia dello Spettacolo e diplomato in Patafisica involontaria. Ha scritto testi teatrali per Marco Paolini, Sandro Lombardi, Massimo Schuster, Roberta Biagiarelli, Angela Finocchiaro, Banda Osiris e altri. Collabora con «Avvenimenti» e «Diario». Ha pubblicato “Racconti civili d’amore e di guerra” (Manni 2005), “Zarafàs, la regina d’Africa” (Kellermann 2005), “Teatro Civico” (Einaudi 2004, insieme a Marco Paolini e Andrea Purgatori), “La prossima volta” (Titivillus 2004), “Viaggio intorno al Mahabharata” (Titivillus 2003, insieme a Massimo Schuster) e “Diario Indiano” (I Teatri di Reggio Emilia 2003).