
Galileo
Daniele Nicosia
prefazione di Andrea Porcheddu
L X H: 13,5 x 20,5; CONFEZIONE rilegato in brossura; COPERTINA patinata opaca, quadricromia; INTERNO b/n; 2011, pp. 56
Euro 10.00
“Nel mio Galileo, ho scelto di raccontare l’uomo. Di rileggerne la vicenda umana e scientifica, attraverso la relazione con quattro donne protagoniste della sua vita, solo accennando al processo, alla condanna e all’abiura. Brecht, di cui conservo nel testo una breve citazione, ne ha scritto come meglio non si può.Di Galileo, mi ha commosso l’umana vulnerabilità, il piacere del dubbio… Mi ha commosso la sua fede nell’uomo, creatura in cui egli rintraccia Dio, un Dio presente nella materia e la cui esistenza è resa palese dall’intelligenza e dal pensiero di cui ci ha fatto dono. Mi ha commosso la rinuncia apparente a se stesso, che è perdita e vittoria insieme.
Mi ha commosso il sensuale piacere del pensiero, così vivo in lui, come il piacere dei sensi. Egli sembra dirci «non c’è scissione tra spirito e materia» e, in ciò, è ancora profondamente rivoluzionario. Ma più di ogni cosa mi ha commosso il suo assoluto, devastante amore per la vita.
Questa commozione ho voluto raccontare”.
Un testo vibrante, che prende spunto da differenti scritti galileiani, e trasfonde l’emozione profonda dell’uomo laddove si palesa attraverso il suo pensiero più intimo.
L'AUTORE
Daniela Nicosia
Daniela Nicosia regista e drammaturga, premio ANCT 2004 da parte dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro, si occupa di drammaturgia contemporanea e da alcuni anni sviluppa una sua linea di ricerca che mette in relazione architettura e teatro come nello spettacolo “Polvere” (Biennale Teatro di Venezia 2006). La poetica che percorre i differenti testi e spettacoli si nutre di un pensiero che, nel perseguire un teatro dell’emozione, individua in differenti fonti drammaturgiche (dalla letteratura alla musica, dal mito alle strutture architettoniche dei luoghi) sempre nuove possibilità di scritture per la scena. Scena connotata da un segno volutamente essenziale, in un contesto formalmente rigoroso che lascia spazio al testo, scaturito da un processo minuzioso di scavo nella parola, quale luogo elettivo dell’emozione. Laureata in Semiologia dello Spettacolo presso il D.A.M.S. dell’Università di Bologna, e formatasi artisticamente con Yoshi Oida – attore di Peter Brook presso il CIRT di Parigi – ha firmato regie per il Teatro Stabile dell’Aquila, per più Stabili di Innovazione, il Festival Roma Europa, il Festival di Madrid. È il direttore artistico di Tib Teatro – per cui dal 1995 cura tutti i progetti e le regie – compagnia di Residenza Teatrale, struttura di produzione riconosciuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dalla Regione del Veneto, che opera presso il Teatro Comunale di Belluno.