A scene chiuse

Esperienze di teatro in carcere nel mondo

Andrea Mancini

novembre 2008

scritti di Judith Malina, Andrea Mancini, Massimo Marino, Claudio Meldolesi, Armando Punzo, Giuliano Scabia, Ferdinando Taviani, Cristina Valenti
fotografie di  Massimo Agus, Thomas Aurin, Alessandro Botticelli, Andrea Burgio, Federico Cantini, Stefano Catta, Enzo Cei, Maria Teresa Delogu, Simone Donati, Francesco Galli, Marco Giuliani, Fratelli Lemma, Giuseppe Lo Bartolo, Claudio Pedron, Paolo Ranzani, Stefano Vaja, Clara Vannucci, Daniele Vita, Chiara Vitali

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L X H: 17 x 24; CONFEZIONE rilegato in brossura; COPERTINA carta patinata plastificata con risvolti, colori; INTERNO illustrato, colori; 2008, pp. 344
Euro 18.00

ISBN: 978-88-7218-225-3

Succede che il teatro ricominci a volte da zero, ripulito da tutto, da tutte le sovrastrutture intellettuali, verso un bisogno primigenio, è forse un “teatro delle sorgenti”, come lo chiamava Grotowski, è forse un teatro necessario, come sostengono molti altri. È “l’intrusione dell’obliquo nella rappresentazione lineare della città”.
Tra gli scritti presentati quelli di Massimo Marino, Armando Punzo, Giuliano Scabia, Cristina Valenti, Claudio Meldolesi, Ferdinando Taviani, Judith Malina, oltre naturalmente alle parole di molti dei protagonisti di una vicenda ormai molto complessa del rapporto tra teatro in carcere, dal mondo, fino alla Toscana, la regione che più ha fatto per discutere e definire un impegno a volte artistico, a volte più semplicemente sociale e culturale.

L'AUTORE